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Smaltimento toner per professionisti: Normativa e Informazioni

Lo smaltimento dei toner da parte dei professionisti è un tema scottante.  Perché i riferimenti normativi da rispettare sono chiari, e se per qualche motivo non gli stai dietro puoi trovarti dietro a problematiche di tipo legale. Per questo motivo, oggi ho scelto di ricapitolare un po’ tutte le informazioni che servono ai titolari di partita IVA. Così ti togli anche questo impiccio, e puoi tornare a lavorare con un pensiero in meno.

Smaltimento toner esausti: la normativa 2019 per professionisti e privati

La prima differenza è facile, ma vale la pena ripeterla lo stesso perché non fa mai male. Se sei un privato, quindi non hai partita IVA, tutto quello che devi fare per liberarti dei toner è andare all’isola ecologica, e sei a posto.

Se sei un professionista, invece, le cose si complicano un po’. Devi seguire, infatti, le procedure indicate nel D. Lgs 152/2006 e successive modifiche. È questa la fonte che regola tutta la disciplina della gestione dei consumabili per stampanti.

I professionisti sono sempre responsabili dello smaltimento toner?

Aziende e professionisti sono responsabili di tutto il ciclo di smaltimento dei toner esausti. Questo, almeno fino al ricevimento della quarta copia del formulario identificativo del rifiuto (FIR), che deve essere controfirmato dal soggetto che certifica l’avvenuta distruzione dei consumabili.

Toner e cartucce, infatti, non possono essere conferiti presso le normali piattaforme ecologiche. Questo perché gli scarti prodotti dalle aziende non vengono considerati rifiuti urbani. Attento: l’obbligo riguarda sia i toner acquistati che noleggiati.

Che differenza c’è tra rifiuti urbani e speciali?

Il ragionamento è un po’ complicato, seguimi bene. Esistono due tipi di rifiuti: urbani e speciali. I primi vengono prodotti dai privati, i secondi da professionisti e aziende – quindi, titolari di partita IVA. I rifiuti urbani e speciali si dividono, a loro volta, in pericolosi e non pericolosi. In quest’ultima categoria rientrano vetro, carta, umido… sono quelli che butti ogni sera se fai la differenziata.

Nei rifiuti speciali pericolosi, invece, rientrano materiale esplosivo, tossico, corrosivo, infiammabile… insomma, cose che fanno male. I toner esausti rientrano in questa seconda categoria, anche perché includono polveri cancerogene. Questi rifiuti, inoltre, vengono identificati dal cosiddetto codice CER (Codice Europeo del Rifiuto) a sei cifre. L’identificativo di cartucce e toner comprendenti sostanze pericolose è 08 03 18.

Cosa deve fare un’azienda con un rifiuto speciale pericoloso?

Se un’azienda o un professionista intende provvedere in autonomia allo smaltimento di toner, deve affidarsi a una società di ritiro consumabili autorizzata. In ogni caso, in quanto produttore del rifiuto, il titolare di partita IVA deve svolgere i seguenti passaggi:

  • Iscrizione al Sirti, il servizio di controllo e tracciabilità rifiuti
  • Identificazione dei rifiuti che si andranno a consegnare utilizzando l’apposito CER
  • Compilazione del modulo MUD (modello unico di dichiarazione ambientale), che deve essere presentato alla locale Camera Di Commercio Industria Artigianato E Agricoltura (CCIAA)
  • Tenuta di uno speciale registro di carico e scarico dei rifiuti pericolosi, che deve essere compilato entro 10 giorni dalla produzione del rifiuto, e conservato per cinque anni
  • Ricezione del modulo FIR (formulario di identificazione dei rifiuti) dalla società di ritiro, che ne produce quattro copie – una deve rimanere in azienda, e deve essere conservata per cinque anni

Dove buttare i toner esausti, dunque?

Mhh, bella domanda. Prima di tutto, smaltire toner non significa “buttarli” dove capita. I professionisti devono attivarsi e produrre tutta la documentazione che serve. In secondo luogo, se l’impresa non è iscritta alla Categoria 8 delle “attività di intermediazione e commercio di rifiuti senza detenzione” della Camera di Commercio, deve obbligatoriamente rivolgersi a una società di ritiro consumabili autorizzata.

Quali sono le sanzioni per i professionisti che non smaltiscono toner?

La normativa prevede pene abbastanza severe per i professionisti e le aziende che sgarrano le procedure di smaltimento toner. In caso di trasgressione relativa ai rifiuti speciali pericolosi, si può incappare in sanzioni amministrative da € 15.500 a € 93.000. Allo stesso tempo, chi compie materialmente l’infrazione incorre in sanzioni accessorie corrispondenti alla sospensione dall’attività lavorativa da un mese a un anno. In caso di reato ambientale accertato, la sanzioni possono anche tramutarsi in penali, con tutti i rischi del caso.

E se le aziende non vogliono fare tutto da sole? C’è Mister Toner!

È possibile rivolgersi a soggetti qualificati in grado di prendersi carico dell’intera gestione dello smaltimento. In questo modo tutte le operazioni descritte vengono delegate, con un notevole risparmio di tempo e fatica.

Per un professionista, smaltire toner è un grandissimo stress, una rogna che si aggiunge ad altre rogne. Sono tutte norme necessarie e giustificate, perché si sta parlando di rifiuti pericolosi, ma è anche vero che pur essendo in buona fede l’errore può sempre scappare, e allora sono guai.

Mister Toner è la soluzione al problema dello smaltimento toner. Affidandoti ai nostri servizi puoi evitare:

  • Denunce e guai legali
  • Sanzioni pecuniarie salate
  • Lungaggini burocratiche
  • La grandissima rottura di scatole di compilare moduli su moduli
  • La rottura di scatole ancora più grande di dover sostituire i toner esausti

E tu, sei in regola con lo smaltimento toner?

Per qualsiasi necessità, puoi scrivere una mail a commerciale@mistertoner.net. Sapremo darti una mano con lo smaltimento e la fornitura di toner, il noleggio di multifunzione e stampanti.

Così ti togli l’impiccio della gestione dei toner e puoi concentrarti solo sul tuo lavoro!

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